Taras Bulba

E' sera. No, l'imbrunire. Nemmeno. C'è ancora tanta luce. Insomma sono le otto ( le venti) o poco oltre e siamo al Taras Bulba ristorante- trattoria tipica russo-cosacca.
A proposito, ora che ci penso, chi era costui? un cosacco? ah, si , uno di quei tipi pelati con grandi baffi neri spioventi, ve lo ricordate Yul Brinner, stivali e frusta e via sul cavallo a sguazzare per la prateria – ricordo un film sui cosacchi con Yul e Tony Curtis, sarà stato proprio Taras Bulba, boh, forse).
Ci voleva.
Dopo un pomeriggio pieno, trascorso di corsa a visitare Mosca, la nostra guida Olga o Sonia o Sofia o Tatiana, correggimi Guido (era Natalia - ndr), ci porta a cena in un tipico locale.
E' fatta! ( penso fra me e me) C'erano state alcune rinunce, conciliaboli a gruppetti per decidere se si o no, e dove, e come, e perchè!
Entriamo.
Ambiente rustico, legno dappertutto, pavimenti e scale, mensole alle pareti con vasetti di confetture, foto risalenti agli anni venti trenta quaranta, strumenti musicali, arnesi di casa, tendine e nastri di trine a ingentilire le sale. Ci accolgono giovani e ragazze in abbigliamento caratteristico, colori rosso e bianco, cappello di paglia. Saliamo al piano superiore. Una stanza è stata a noi riservata. Non ci stiamo tutti comodamente. Altri conciliaboli. Si cambia.
Nello spostarmi verso la nuova sistemazione mi imbatto in un tavolo occupato da un gruppo di giovanissimi maschi e femmine, in piedi, il bicchierino in mano, la tavola imbandita mentre un signore di età maggiore sta rivolgendo loro un discorso. Bello!
Vuoi vedere che finito di parlare, tutti bevono e poi gettano il bicchiere nel camino?
Siamo a tavola. Finita l'ordinazione, c'è voluta una ventina di minuti, tendo l'orecchio per sentire se c'è stato il lancio dei bicchierini. Niente.
Arriva il bere.
Vodka naturalmente, ma non per tutti. Primo brindisi, non male.
Iniziano a portarci gli antipasti. Eccellenti. Altro brindisi, buono. Olga (Natalia - ndr) ferma gli antipasti, sono troppi. Arriva il ”borsc”. Brindisi, ottimo. Foto di singoli e di coppia e di gruppo con bicchierini di vodka. La bottiglia se ne sta andando. Allungo la birra con vodka, buona. Finita la bottiglia, siamo al secondo, per me ”polpetta alla Kiev”. Qualcuno vuole ancora vodka.
Mettiamo in tavola le mini-vodka regalateci da Franco nel pomeriggio, Tovaritch bianca e Nemiroff al peperoncino.
Si accenna ad un canto subito zittiti (anche a Mosca non amano il cic ciac - ndr).
Olga (Natalia - ndr) si mostra più esuberante ( nel raccontarci il vivere moscovita, che avete capito?).
Ma io veramente vado alle affermazioni fattemi da Bianca sulle russe.
Donna russa = tre volte donna

Paolo

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